Hai sempre sentito dire, o letto su blog e magazine di settore, che la SEO è una disciplina in continua evoluzione. Alla luce di questo, ti starai domandando cosa fare per ottenere un buon posizionamento sul motore di ricerca nel 2023. Quali sono i principali fattori di ranking su cui devi concentrarti maggiormente? In questo articolo parliamo proprio dei SEO Trends 2023, per darti un’idea su cosa lavorare per fare un buon lavoro di ottimizzazione nei prossimi dodici mesi.
SEO Trends 2023: le 5 tendenze per conquistare un buon posizionamento
Occuparsi di SEO (acronimo di Search Engine Optimization) significa non solo ottimizzare il sito e i contenuti, ma anche concentrare l’attenzione sul tipo di attività che possono portare maggiori benefici. Visto che è Google a stabilire quali sono i principali fattori per il posizionamento dei siti nei risultati di ricerca, occorre avere le idee chiare su quali siano le ottimizzazioni da mettere in campo.
Continua a leggere per sapere quali sono le cose da fare per ottimizzare il tuo sito web, per fare in modo che anche in questo nuovo anno appena iniziato tu possa avere tante possibilità di posizionare i tuoi contenuti nelle prime posizioni nei risultati di ricerca.
1. Core Web Vitals
La primissima cosa da tenere ben presente parlando di SEO nel 2023, così come anche negli scorsi dodici mesi, riguarda i Core Web Vitals. Si tratta di una serie di parametri che servono a stabilire la qualità dell’esperienza di navigazione sul sito, un aspetto che per Google ricopre un ruolo fondamentale in ottica posizionamento. Ecco perché, in questo nuovo anno, dovrai tenere sempre sotto controllo questi dati che trovi all’interno della Search Console alla voce Segnali web essenziali.
Come riportato da una ricerca effettuata da Google “quando un sito soddisfa le soglie di Segnali web essenziali, esiste il 24% di probabilità in meno che gli utenti abbandonino la pagina durante il caricamento”.
2. Conoscere l’intento di ricerca degli utenti
La ricerca delle parole chiave da inserire all’interno dei contenuti di un sito, non possono più prescindere dal cosiddetto interno di ricerca. I SEO tool più sofisticati in tal senso, come per esempio Keyword Magic Tool di SEMrush (per utilizzare questo strumento è necessario sottoscrivere l’abbonamento a SEMrush) permette all’utente di inserire sì la parola chiave principale, ma anche di selezionare l’interno di ricerca. Cosa sta cercando l’utente che digita una determinata query sul motore di ricerca? Desidera acquistare un prodotto, o sta semplicemente cercando qualche informazione? Gli intenti di ricerca sono in tutto quattro, ovvero:
- Informazionale: l’utente è in cerca di informazioni circa un determinato argomento.
- Navigazionale: l’utente cerca un brand specifico, di cui magari non ricorda bene il nome.
- Commerciale: l’utente cerca informazioni su prodotti che vorrebbe acquistare.
- Transazionale: l’utente sta effettuando la ricerca per completare una conversione, ovvero acquistare un prodotto.
3. Ragionare in ottica mobile
Sono diversi anni che si parla di ottimizzazione SEO per dispositivi mobile, ed è una cosa che dovrai continuare a curare anche in questo 2023 appena iniziato. Anzi, può esserci anche un approccio più radicale in tal senso, che prevede una maggiore attenzione sull’aspetto da mobile del sito piuttosto che sulla versione desktop. Cerca quindi di fare un lavoro accurato di web design per il mobile, con un tema responsive che permetta al sito di adattarsi ai formati dei diversi dispositivi (smartphone, tablet e computer).
4. Parole chiave a lunga coda
Se sei abituato a lavorare esclusivamente con parole chiave secche, o composte al massimo da due termini, devi cambiare prospettiva. Si parla con sempre maggiore insistenza di puntare su parole chiave a lunga coda, in modo da intercettare gli utenti che hanno effettuato una ricerca specifica. Con i vari SEO tool disponibili online, puoi fare questa ricerca per le keywords long tail. I volumi di ricerca mensili saranno più bassi, senza ombra di dubbio. Quello che cambia, e che giustifica questo approccio, è il fatto di poter intercettare una specifica esigenza di un utente che potrebbe avere un fortissimo interesse verso il tuo contenuto o il prodotto che stai cercando di spingere nei primi risultati di ricerca.
5. Ottimizzazione dei contenuti per la ricerca vocale
Spesso gli utenti effettuano le ricerche su Google utilizzando la voce, al posto di digitare sulla tastiera. Questo comporta l’entrata in campo di forma di linguaggio differenti, dato che nel parlato una persona si esprime in maniera diversa rispetto alla scrittura. In questo 2023 è importante concentrarsi anche su questo aspetto, nel tentativo di creare una contenutistica che possa apparire nei primi risultati di Google anche per la ricerca vocale. Si tratta quindi di riconsiderare il concetto di ricerca, che deve partire giocoforza da una perfetta conoscenza dell’utente a cui intendi rivolgerti.
A tal proposito, ti consigliamo la lettura di un articolo dove si parla appunto di come ottimizzare un sito per la ricerca vocale.
6. Bonus: servizio di hosting potente e affidabile
Parliamoci chiaro: non puoi raggiungere le prime posizioni di Google se il sito non garantisce, in termini di velocità, un’esperienza utente di buon livello. Questo significa che il sito dev’essere veloce, con bassi tempi di caricamento delle pagine, e deve garantire la protezione dei dati degli utenti. Il motore di ricerca prende in considerazione solo i siti che assicurano una esperienza utente di qualità, oltre al dare la “priorità” ai siti web che utilizzano il protocollo HTTPS per rendere invisibili a terzi i dati che gli utenti inseriscono sul sito (per esempio durante la fase di acquisto di un prodotto su un sito e-commerce).
Ecco perché è indispensabile scegliere un servizio hosting professionale, per la velocità, e un certificato SSL che permetta di usufruire del protocollo di sicurezza HTTPS ed essere così segnalati come “sicuri” sul browser.
Dove acquistare questi servizi? Valuta le aziende che abbiamo consigliato nella nostra classifica dei migliori hosting provider.