Una notizia che fa storcere un po’ il naso e che ammetto, almeno a parer mio, che non mi sarei mai aspettato di leggere. Se con un pizzico di ingenuità abbiamo sempre visto il web come un qualcosa di pulito e distante dai turpi giochi di potere e di corruzione, la storia delle spunte blu su Instagram va a distruggere questo visione idilliaca senza pietà.
Instagram continua la crescita, ma…
Nata come una piccola applicazione su cui condividere qualche foto, magari modificandola attraverso i famosi filtri, nel corso del tempo le cose sono cambiate notevolmente. Nel giro di un paio d’anni, infatti, Instagram è diventato un vero e proprio colosso del web. Tanto da convincere Facebook a metterci le mani sopra con un investimento enorme.
Questa incredibile evoluzione ha portato Instagram a diventare un servizio utilissimo per il marketing digitale. Oggigiorno, infatti, Instagram è uno dei Social Media più utilizzati dai professionisti che hanno compreso le enormi potenzialità. Addirittura, secondo quelle che sono le analisi degli specialisti del settore, sembra che Instagram sia diventato il social preferito tra i giovani.
Profili certificati, lo strano boom
Chi usa abitualmente Instagram per lavoro o anche per diletto, sa benissimo che i profilo delle grandi aziende o di personaggi famosi sono contrassegnati da una spunta blu. Questo simbolo certifica, in un certo senso, la veridicità e l’affidabilità di un determinato profilo.
Si tratta di una cosa molto utile per personaggi come attori e cantanti, visto che per ognuno di essi sono presenti innumerevoli profili fake. Per accertare la veridicità di un profilo sono utilizzate appunto le spunte blu. In questo modo, l’utente è sicuro che il profilo con cui è entrato in comunicazione è esattamente chi dice di essere.
Ma sarà davvero così… ?
Il “mercato nero” delle spunte blu
Veniamo dunque alla notizia che mi ha lasciato di stucco. Proprio in queste ore si sta parlando moltissimo dell’esistenza di un mercato nero delle spunte blu. Un vero e proprio racket in cui alcuni individui vendono (dietro compensi che arrivano anche a 15.000 dollari) profili certificati.
Addirittura si dice che la comunità degli influencer sia a conoscenza di questo giro d’affari illegale, così come anche i vertici di Instagram. Si tratta di accuse pesantissime che dovranno essere ovviamente provate, ma il problema resta un altro. Come ci si può ora fidare di un determinato profilo con tanto di spunta blu? Sarà davvero il profilo dell’azienda di turno o ci troviamo dinnanzi all’opera truffaldina di qualcuno?
In questo modo si rischia seriamente di mettere la parola fine all’utilizzo di Instagram nel Social Media Marketing.