Un vero e proprio terremoto mediatico quello sollevato in queste ore per una notizia che, qualora trovasse conferme nel prossimo futuro, ridisegnerebbe il panorama digitale europeo. Facebook e Instagram chiudono in Europa, questo lo slogan carico di terrore (da parte di alcuni, come social manager impegnati con inserzioni ads) o di soddisfazione (da chi proprio non regge più l’invadenza del social nella vita di tutti i giorni).
Ma cosa c’è di vero? Sul serio stiamo per assistere alla chiusura definitiva di quel social network che ha modificato in toto la nostra esistenza nel corso degli ultimi 15 anni?
Che si tratti del solito fake spacciato per verità assoluta? Stavolta le cose non stanno proprio così, nel senso che effettivamente qualcosa di vero bolle in pentola. Si parla di comunicazioni ufficiali, quelli inviati da Meta (la società di Zuckerberg) alla Security and Exchange Commission, l’ente federale americano che si occupa del mercato e della vigilanza.
Il motivo della diatriba riguarda il flusso di dati provenienti dall’Europa. Facebook, o per meglio dire Meta, ha posto la questione in termini piuttosto forti. Il punto può essere così riassunto “se non potremo trasferire i dati personali degli utenti europei sui nostri server americani, allora dovremmo interrompere i servizi di Facebook e Instagram in Europa”. Dichiarazioni forti che nelle ultime ore hanno alzato un polverone.
Come accade spesso in questi casi, sono arrivate puntuali le prime smentite e parziali marce indietro, con i vertici di Meta che assicurano di non avere alcuna intenzione di abbandonare il mercato europeo. Da Bruxelles non arrivano ancora commenti.
Come andrà a finire? Difficile credere sul serio a un abbandono di Facebook e Instagram al mercato europeo. Questa storia ha però messo in risalto, ancora una volta, che il trattamento dei dati personali sia ancora oggi un argomento estremamente delicato su cui anche i grandi Brand come Facebook devono prestare la massima attenzione.